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sabato 2 maggio 2015

Musica, così i gusti cambiano in base all'età e al sesso

spotify

 I risultati di una ricerca realizzata da Spotify: si ascoltano brani pop nei primi anni per poi spostarsi verso musica più ricercata. Ma con la mezza età sopraggiunge un po' di nostalgia per i bei tempi andati Se avete da poco superato i 40 e, dopo anni di ascolti sofisticati, vi sorprendete ad apprezzare sempre più spesso canzoni di Lady Gaga o Rihanna non preoccupatevi, in tutta probabilità siete in buona compagnia. Secondo una recente ricerca realizzata dal servizio di musica in streaming Spotify, è proprio quello il periodo della vita in cui ci si riavvicina alla musica che ai vostri tempi si sarebbe definita “da hit parade”. Se si tratti di uno degli effetti della crisi di mezza età lo studio non lo dice, fatto sta che questo ritorno di fiamma per il pop (temporaneo, state tranquilli) è una delle conclusioni a cui arriva l'indagine che ha sfruttato la massa di dati che la piattaforma è in grado di raccogliere sui suoi utenti. Lo studio si basa infatti sul “Taste Profile”, ovvero il profilo dei gusti che Spotify mette a punto per ciascun utilizzatore del servizio. Incrociando queste informazioni con le date di nascita degli iscritti e il ranking di popolarità degli artisti sviluppato da EchoNest, gli analisti dell'azienda svedese hanno potuto tracciare un quadro dell'evoluzione delle preferenze nel corso dell'esistenza delle persone. Da popolare a personale – Il primo dato che emerge dall'analisi non sorprende: nei primi anni di consumo musicale gli individui tendono a concentrarsi sui brani più famosi. Man mano che ci si allontana dall'adolescenza però le playlist diventano tendenzialmente sempre meno pop. A 30 anni, nota Ajay Kalia che ha curato la ricerca, la musica ascoltata cessa di essere “popolare per diventare personale”. E' in questo momento della vita che le scelte di un individuo si consolidano e, almeno per quanto riguarda il tasso di notorietà di quello che sentono, resteranno stabili fino alla vecchiaia. Con l'eccezione, appunto, della “sbandata” intorno ai 40 quando per qualche anno, con un picco in corrispondenza dei 42, si ritorna un po' verso la musica che piace a tutti.



Donne più pop – Ma non è questa l'unica scoperta. Secondo lo studio, se si guarda alle tendenze il percorso verso la maturità musicale è abbastanza simile per uomini e donne (“crisi” di mezza età compresa), con una differenza: il gentil sesso resta complessivamente più fedele ai brani pop e pare, in media, meno incline ad esplorare generi ed artisti meno battuti. I grafici della ricerca di Spotify indicano infatti una differenza di circa 1.000 punti nel ranking di popolarità medio tra le playlist maschili e femminili in ogni momento della vita, con le signore che, appunto, tendono a frequentare musica più di successo rispetto ai maschietti. I genitori sono out – Le curiosità non sono finite qui. Se le donne sono mediamente più “in”, chi è sicuramente “out” sono i genitori (senza differenze di sesso, in questo caso). A quanto pare, avere dei figli – non importa a quale età – tiene le persone più lontane dalla musica di massa rispetto alla media dei coetanei. In questo caso, la differenza di popolarità tra le playlist di mamme e papà e gli altri è mediamente superiore ai 500 punti. Anche per questo fenomeno l'indagine non fornisce spiegazioni e ci lascia con il dubbio: non sarà che la maggiore ricercatezza musicale di padri e madri è una reazione ai gusti “giovani” dei figli?

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