L’una è una mutante dark, l’altra un fumetto pastello si incontrano domenica a MtvVideo Music Awards
Chissà se anche i guai vengono considerati propedeutici ai fini della promozione. In tal caso, per l’album Art Pop la cui uscita è prevista per l’11 novembre prossimo, Lady Gaga può già contare su carte di una qualche importanza: il primo guaio è infatti una cifra implacabile che (purtroppo per lei) non la riguarda, e sono i 450 mila download di Roar, il singolo di Katy Perry uscito contemporaneamente al suo Applause, di cui sono state scaricate invece, nello stesso periodo, più o meno un terzo delle copie. Una débacle, per ora, che la complessa artista italoamericana - giudicata da metà del mondo che si occupa di questi fenomeni un genio, e dall’altra metà niente più che un fenomeno mediatico - aveva forse inconsciamente già cercato di prevenire, alle prime critiche del singolo, intitolando un piccolo video: «Lady Gaga is over» e facendo scorrere concetti scaramantici come «Non ballate», «Non comprate», «Non applaudite» che oggi corrono il rischio di esser presi sul serio. Detto fra noi, Applause non colpisce, non morde, è noiosina e rimanda a certe melodie dell’ultimo album di Madonna, e già questo è un peccatuccio ricorrente, su cui la Material Madam ha costruito un bel pezzo nell’ultimo show in tour. Ma sempre detto fra noi, non è che nemmeno Roar di Katy Perry sia un capolavoro che i posteri ci invidieranno. E’ una canzoncina fresca, acqua e detersivo forse non biodegradabile, già sentita mille volte chissà dove, accompagnata da un video dove la ragazza fumettosa è anche impegnata nello strappo della carta igienica in bagno mentre non abbandona il cellulare per tentare di comunicare con il suo bello. Un mondo, il suo, tutto diverso da quello compulsivo, oscuro e astratto della mutante Lady Gaga, una che indubbiamente fino a questo punto della sua breve ed eclatante carriera ha lasciato un segno forte nel campo dei simbolismi e dei travestimenti e dell’impegno sociale verso nobili cause, forse ben più che nei tormenti musicali che ha riversato (peraltro con grandissimo successo) sul mercato. Di tali peripezie così rappresentative degli umori del pop più amato dalle masse occidentali negli ultimi anni, si avrà tra l’altro una rappresentazione diretta domenica prossima a New York, agli MTV Video Music Awards in onda anche alle tre della notte italiana dal Barclays Center di Brooklyn, quando sia Lady Gaga Germanotta che Katy Perry saranno ospiti della kermesse, una ad aprire e l’altra a chiudere, e quello che si preannuncia come una sorta di duello finirà per surclassare magari le nomination di Timberlake o la presenza degli One Direction o di Taylor Swift. Sempre alle prese con i suoi guai, scaramanticamente o no, Gaga sta intanto affrontando su Twitter l’ex amico Perez Hilton, il pettegolo del web al quale già era legata da grande amicizia ora trasformata in uno scontro degno del nostro Montecitorio. Lei gli ha dato dello stalker dopo che lui, non contento di aver gioito per il successo di Roar, ha cercato di affittare un appartamento nel suo palazzo: «Mi vuoi tormentare», gli ha scritto Gaga mentre i fans si scatenavano in sua difesa. Vabbè. Arriverà forse a consolarla in questi giorni un libro del vecchio amico DJ Paints, che in Rivington WAS Our ripercorre la storia della scena dalla quale è nata alla gloria nel 2006, quando ancora si cuciva i vestiti, Stefani Germanotta (esce nei dintorni di Art Pop per trarne luce, ma ancora non si sa chi illuminerà chi).
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